L’agricoltura italiana è stato una indiscussa protagonista di Expo 2015, dove è stato possibile far toccare con mano ai visitatori la realtà delle campagne italiane dove nasce il successo dei prodotti agroalimentari Made in Italy nel mondo. Oltre mezzo milione di persone ha avuto l’occasione di gustare dalle mani degli agricoltori un frutto, un dolce, una merenda o veri e propri pasti tutti rigorosamente tricolori. Nell’area del padiglione Coldiretti “No farmers no party” sono stati distribuiti 500 pasti al giorno serviti tra pranzi e cene con 100 bottiglie di vino, 1.000 porzioni di cibi di strada al giorno, ma anche 1.500 colazioni al giorno e 2.000 degustazioni o merende in media al giorno del tutto gratuitamente.
“Abbiamo organizzato – ha spiegato il presidente Coldiretti Roberto Moncalvo – oltre duemila eventi, accolto 480 classi con circa 11 mila studenti visitatori e distribuito gratuitamente 36 mila kit dell’orto per sensibilizzare sui temi dell’ambiente e della biodiversità”. La presenza degli agricoltori italiani è stata tangibile fin dall’inaugurazione con il padiglione Coldiretti tappezzato completamente dai loro volti con l’enorme scritta “No farmers no party” per ricordare che non c’è Expo, non c’è cibo e non c’è vita senza il duro lavoro nelle campagne. “Siamo stati – ha aggiunto Moncalvo – tra i primi a credere e ad investire in Expo con la tempestiva scelta di sponsorizzarne il simbolo, l’Albero della Vita, e animare quotidianamente il nostro padiglione ‘No farmers no party’ con la partecipazione degli agricoltori provenienti da tutte le regioni d’Italia. Una scelta che è stata premiata dai riconoscimenti dei tanti entusiasti visitatori ma anche dalla convinzione che l’esposizione ha aiutato a restituire dignità e valore al lavoro nei campi dove sono impegnati nel mondo 570 milioni di aziende e oggi sono più vicini gli ambiziosi obiettivi che sono stati fissati all’inaugurazione con “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”.
Ma Expo è stata una grande occasione per difendere i primati italiani nell’agroalimentare con molteplici appuntamenti dedicati ai singoli prodotti, dal gelato alla birra, dall’ortofutta al pane, dal latte al coniglio, dalle uova al riso che hanno visto la partecipazione attiva degli agricoltori. Grazie alla raccolta organizzata nel padiglione Coldiretti dell’Esposizione in soli tre mesi sono state raccolte quasi 90mila firme a sostegno della petizione per impedire l’utilizzo della polvere di latte nella produzione dei formaggi italiani ma nel periodo di Expo sono anche aumentate di ulteriori 100mila le firme dei cittadini a sostegno della candidatura dell’arte della pizza a patrimonio immateriale dell’Umanità dell’Unesco.
Secondo un’indagine Coldiretti/Ixè, l’88 per cento degli italiani che hanno visitato l’esposizione la considera un’esperienza positiva, tanto da aver speso complessivamente 2,3 miliardi tra viaggio, alloggio, spese varie fuori e ingresso e consumazioni all’interno. Mangiare all’interno di Expo è costato in media 27 euro con la maggioranza del 32 per cento che ha scelto un cucina esclusivamente italiana, il 25 per cento solo quella straniera, il 34 per cento ha provato sia la straniera che quella italiana mentre il 9 per cento non ricorda.
Per tre italiani su quattro (il 74 per cento) l’esperienza di Expo può essere considerato un successo del nostro Paese mentre per il 16 per cento è indifferente e solo il 7 per cento la ritiene un insuccesso e il 3 per cento non sa. Alle tendenze positive determinate dalla ripresa economica e dal tasso di cambio favorevole si è aggiunta la spinta propulsiva determinata dalla vetrina mondiale dell’Esposizione che ha fatto volare i prodotti agroalimentari nazionali all’estero che faranno registrare nel 2015 il record storico con un valore annuale superiore ai 36 miliardi di euro, con un incremento del 7 per cento.