29.06.2024

Villaggio Coldiretti: a Venezia presentati i nuovi Sigilli

Dallo Sciuscillone al Diavolicchio, salgono al numero record di 1650 i Sigilli di Campagna Amica presentati al Villaggio Coldiretti a Venezia

Dallo Sciuscillone al Diavolicchio, salgono al numero record di 1650 i Sigilli di Campagna Amica, le specialità della biodiversità a tavola salvate dall’estinzione grazie al lavoro degli agricoltori. Il nuovo censimento 2024, curato dall’Osservatorio sulla biodiversità istituito dal comitato scientifico di Campagna Amica. È stato presentato al Villaggio Coldiretti a Venezia dove è stata allestita la grande mostra sui prodotti della biodiversità che rappresentano uno dei motori che alimentano i viaggi di italiani e stranieri, oltre a simboleggiare una Dieta Mediterranea messa sempre più sotto attacco dalle grandi multinazionali del cibo. Un patrimonio della tradizione contadina italiana il cui ritorno sulle tavole è stato reso possibile dall’impegno dei 750 agricoltori “custodi” censiti dalla rete Campagna Amica/Terranostra, di cui oltre la metà (56%) sono giovani under 40, e il 15% sono giovanissimi sotto i 30 anni. Un quarto è certificato biologico, mentre quasi la metà si trova in comuni parzialmente o totalmente montani.

“La difesa della biodiversità è il vero valore aggiunto delle produzioni agricole made in Italy, con un impatto importante anche sull’economia nazionale, a partire dal turismo –  ha dichiarato il direttore di Fondazione Campagna Amica Carmelo Troccoli – Investire sulla distintività è una condizione necessaria per le imprese agricole di distinguersi in termini di qualità delle produzioni e affrontare così il mercato globalizzato salvaguardando, difendendo e creando sistemi economici locali attorno al valore del cibo”.

Tra le nuove specialità entrate nel censimento ci sono i fiadoni o in dialetto abruzzese “li fiadune” sono un tipico prodotto da forno a forma di raviolo, la cui sfoglia esterna viene preparata con un impasto di uova, olio, vino bianco, farina, mentre il ripieno contiene formaggio Pecorino o ricotta. Dalla Basilicata arriva il Fagiolo bianco di Rotonda, tipico della tradizione contadina, da consumare consumato in diverse modalità: fresco nei baccelli verdi noti come “vaiane” o “fagioli verdi”, oppure secco, più aromatico del fresco. Il peperoncino Diavolicchio viene dalla Calabria, con mazzetti così fitti da rendere necessario l’uso di un sostegno a cui legare la pianta per sostenerne il peso, mentre

Il Peperone Sciuscillone è una varietà di peperone dolce caratterizzata dalla sua forma arcuata e affusolata, il cui nome riprende quello delle carrube, che hanno una forma simile e vengono chiamate “sciuscelle” nel dialetto teggianese.

La Pera Nobile di Parma in Emilia Romagna è un’antica varietà di pera unica nel suo genere, che ottenne il suo “status” nel 1816, quando la Duchessa Maria Luigia D’Austria arrivò a Parma e si innamorò di questo frutto che le ricordava gli abbinamenti dolce-salato e agrodolci della sua infanzia viennese, tanto da introdurla nella cucina di corte e richiedere il suo utilizzo per il ripieno dei tortelli. Oggi è coltivata in un’area dove ancora si trovano vecchi peri e viene apprezzata durante gli inverni.

Il Çuç di mont è un formaggio d’alpeggio del Friuli Venezia Giulia, con la lavorazione tradizionale prevede di mescolare nella caldaia di rame posta sul fuoco a legna il latte della mungitura della sera con quello del mattino. Ogni forma viene posta tra teli di lino, pressata tra tavole di legno con l’utilizzo di pesi e rivoltata più volte nell’arco della giornata. Il Farro del Pungolo di Acquapendente del Lazio  è un tipo di cereale simile al grano,

coltivato solo in un’area limitata di 3-4 ettari da alcune aziende nel comune del Viterbese. Utilizzata come alimento principale per zuppe e focacce nei popoli antichi del Mediterraneo prende il suo nome da un evento accaduto nel 1166, quando un contadino di Acquapendente sconfisse il nemico con un pungolo.

L’arancio Pernambucco è arrivato in Liguria nel settecento per iniziativa di un marinaio che fece ritorno a casa dallo stato di Pernambucco in Brasile. Agrume precoce disponibile fino a fine ottobre, ben si presta alle trasformazioni, usato per confetture e marmellate, succhi e distillati, ma anche candito. In Lombardia abbiamo la patata di Martinengo, molto versatile in cucina, simbolo della coltivazione locale che è stata recuperata negli anni 2000.

Nelle Marche l’amaro Harmonico riprende gli antichi saperi tramandati dai monaci e dalla tradizione popolare e viene prodotto usando  21 componenti tra erbe e fiori. Caratteristica del Molise è la treccia di Santa Croce di Magliano è un formaggio a pasta filata, la cui particolare lavorazione gli conferisce l’aspetto di un intreccio di nastro composto da decine di elementi, della lunghezza di ben un metro. Ancora oggi, viene indossata a tracolla come ornamento dai pastori e dagli animali per ricevere la benedizione del Santo Patrono, San Giacomo, auspicio di prosperità per le produzioni agricole e zootecniche.

Il Fagiolo dell’Occhio di Refrancore, nel Piemonte, è l’unico fagiolo autoctono del Vecchio Mondo, già coltivato da Greci e Romani per le sue importanti proprietà benefiche e nutritive per l’organismo. “Dimenticato” per lasciare spazio a varietà nordamericane che avevano quotazioni più basse è stato riscoperto e “restituito” alle tavole.

Il barattiere è un ortaggio tipico della Puglia, la cui particolarità è di avere la consistenza di un melone ma il sapore tipico del cetriolo fresco. Ha una forma rotonda e una buccia verde, che racchiude una polpa interna croccante, acquosa, e di colore verdognolo, che vira verso il rosa quando giunge a maturazione. In Sardegna il S’ozu casu, chiamato anche manteca, si ricava dalla panna di latte, fatta bollire con l’aggiunta di farina di semola. Si ottiene un impasto consistente dal quale fuoriesce un grasso sciolto che si utilizza per condire le pietanze e che secondo la tradizione ha una funzione positiva per l’intestino.

L’origine del limone “Interdonato” della Sicilia risale alla fine dell’800 quando il colonnello garibaldino messinese Giovanni Interdonato, appassionato di agrumicoltura, ritiratosi a vita privata, dopo una serie di tentativi di incroci, ottenne la varietà nella propria tenuta mettendo insieme cedro e un limone locale “Ariddaru”.

La Cipolla di Certaldo è una selezione toscana di cipolla rossa di gusto dolce ma un sapore più deciso, la cui figura compare già nell’antico stemma di Certaldo del XII secolo, quando il paese era feudo dei conti Alberti.

Il miele di Rododendro del Trentino, prodotto ad alta quota, è il simbolo del duro lavoro degli apicoltori di montagna, dove le bizzarrie del meteo rendono complicata la bottinatura da parte delle api. E’ uno dei mieli meno contaminati, oltre ad avere particolari proprietà ricostituenti e calmanti. Coltivate con metodi tradizionali, le lenticchie Castelluccio di Norcia in Umbria sono un alimento naturalmente a basso contenuto di grassi e sodio dalla grande facilità di cottura, mentre nei terreni della Valle d’Aosta si coltiva la segale, più resistente degli altri cereali, usata per la produzione del Pan Ner.

In Veneto è stata recuperata negli ultimi anni la coltivazione del pisello Verdone Nano che si distingue per la sua forma rotondeggiante, colore verde brillante, precocità e dolcezza, senza uso di antiparassitari o diserbanti

montani.

Tra le nuove specialità entrate nel censimento ci sono i fiadoni o in dialetto abruzzese “li fiadune” sono un tipico prodotto da forno a forma di raviolo, la cui sfoglia esterna viene preparata con un impasto di uova, olio, vino bianco, farina, mentre il ripieno contiene formaggio Pecorino o ricotta. Dalla Basilicata arriva il Fagiolo bianco di Rotonda, tipico della tradizione contadina, da consumare in diverse modalità: fresco nei baccelli verdi noti come “vaiane” o “fagioli verdi”, oppure secco, più aromatico del fresco. Il peperoncino Diavolicchio viene dalla Calabria, con mazzetti così fitti da rendere necessario l’uso di un sostegno a cui legare la pianta per sostenerne il peso, mentre

il Peperone Sciuscillone è una varietà di peperone dolce caratterizzata dalla sua forma arcuata e affusolata, il cui nome riprende quello delle carrube, che hanno una forma simile e vengono chiamate “sciuscelle” nel dialetto teggianese.

La Pera Nobile di Parma in Emilia Romagna è un’antica varietà di pera unica nel suo genere, che ottenne il suo “status” nel 1816, quando la Duchessa Maria Luigia D’Austria arrivò a Parma e si innamorò di questo frutto – che le ricordava gli abbinamenti dolce-salato e agrodolci della sua infanzia viennese – tanto da introdurla nella cucina di corte e richiedere il suo utilizzo per il ripieno dei tortelli. Oggi è coltivata in un’area dove ancora si trovano vecchi peri e viene apprezzata durante gli inverni.

Il Çuç di mont è un formaggio d’alpeggio del Friuli Venezia Giulia, con la lavorazione tradizionale prevede di mescolare nella caldaia di rame posta sul fuoco a legna il latte della mungitura della sera con quello del mattino. Ogni forma viene posta tra teli di lino, pressata tra tavole di legno con l’utilizzo di pesi e rivoltata più volte nell’arco della giornata. Il Farro del Pungolo di Acquapendente del Lazio  è un tipo di cereale simile al grano,

coltivato solo in un’area limitata di 3-4 ettari da alcune aziende nel comune del Viterbese. Utilizzata come alimento principale per zuppe e focacce nei popoli antichi del Mediterraneo prende il suo nome da un evento accaduto nel 1166, quando un contadino di Acquapendente sconfisse il nemico con un pungolo.

Anche l’Olio di Lavagnina viene da una cultivar di olivo locale tipica del Levante ligure coltivata fin dal secolo XI, con olivi che arrivano fino a circa quindici metri di altezza. In Lombardia abbiamo la patata di Martinengo, molto versatile in cucina, simbolo della coltivazione locale che è stata recuperata negli anni 2000.

Nelle Marche l’amaro Harmonico riprende gli antichi saperi tramandati dai monaci e dalla tradizione popolare e viene prodotto usando  21 componenti tra erbe e fiori. Caratteristica del Molise è la treccia di Santa Croce di Magliano è un formaggio a pasta filata, la cui particolare lavorazione gli conferisce l’aspetto di un intreccio di nastro composto da decine di elementi, della lunghezza di ben un metro. Ancora oggi, viene indossata a tracolla come ornamento dai pastori e dagli animali per ricevere la benedizione del Santo Patrono, San Giacomo, auspicio di prosperità per le produzioni agricole e zootecniche.

Il Fagiolo dell’Occhio di Refrancore, nel Piemonte, è l’unico fagiolo autoctono del vecchio mondo, già coltivato da greci e romani per le sue importanti proprietà benefiche e nutritive per l’organismo. “Dimenticato” per lasciare spazio a varietà nordamericane che avevano quotazioni più basse, è stato riscoperto e “restituito” alle tavole.

Il barattiere è un ortaggio tipico della Puglia, la cui particolarità è di avere la consistenza di un melone ma il sapore tipico del cetriolo fresco. Ha una forma rotonda e una buccia verde, che racchiude una polpa interna croccante, acquosa, e di colore verdognolo, che vira verso il rosa quando giunge a maturazione. In Sardegna il S’ozu casu, chiamato anche manteca, si ricava dalla panna di latte, fatta bollire con l’aggiunta di farina di semola. Si ottiene un impasto consistente dal quale fuoriesce un grasso sciolto che si utilizza per condire le pietanze e che secondo la tradizione ha una funzione positiva per l’intestino.

L’origine del limone “Interdonato” della Sicilia risale alla fine dell’800 quando il colonnello garibaldino messinese Giovanni Interdonato, appassionato di agrumicoltura, ritiratosi a vita privata, dopo una serie di tentativi di incroci, ottenne la varietà nella propria tenuta mettendo insieme cedro e un limone locale “Ariddaru”.

La Cipolla di Certaldo è una selezione toscana di cipolla rossa di gusto dolce ma un sapore più deciso, la cui figura compare già nell’antico stemma di Certaldo del XII secolo, quando il paese era feudo dei conti Alberti.

Il miele di Rododendro del Trentino, prodotto ad alta quota, è il simbolo del duro lavoro degli apicoltori di montagna, dove le bizzarrie del meteo rendono complicata la bottinatura da parte delle api. E’ uno dei mieli meno contaminati, oltre ad avere particolari proprietà ricostituenti e calmanti. Coltivate con metodi tradizionali, le lenticchie Castelluccio di Norcia in Umbria sono un alimento naturalmente a basso contenuto di grassi e sodio dalla grande facilità di cottura, mentre nei terreni della Valle d’Aosta si coltiva la segale, più resistente degli altri cereali, usata per la produzione del Pan Ner.

In Veneto è stata recuperata negli ultimi anni la coltivazione del pisello Verdone Nano che si distingue per la sua forma rotondeggiante, colore verde brillante, precocità e dolcezza, senza uso di antiparassitari o diserbanti.

Continuando con la navigazione in questo sito, accordi l'utilizzo dei nostri cookie. Approfondisci

COOKIE POLICY

I cookie sono piccoli file di testo che i siti visitati inviano al terminale dell'utente, dove vengono memorizzati, per poi essere ritrasmessi agli stessi siti alla visita successiva.
Il Sito utilizza cookie tecnici, sia propri che di terze parti. Tali cookie, essendo di natura tecnica, non richiedono il preventivo consenso dell’Utente per essere installati ed utilizzati.
Il Sito utilizza, inoltre, cookie di profilazione di terze parti. Con riguardo a tali cookie, il consenso dell’Utente si assume prestato ogniqualvolta l’utente faccia click sul tasto “Accetto”, presente all’interno del banner che appare nella homepage. L’Utente può, in ogni caso, revocare in un secondo momento il proprio consenso all’installazione di tali cookie.

In particolare, i cookie utilizzati nel Sito sono riconducibili alle seguenti sottocategorie:
- cookie di navigazione o di sessione, che garantiscono la normale navigazione e fruizione del Sito. Non essendo memorizzati sul computer dell’utente, svaniscono con la chiusura del browser;
- cookie analitici, con cui sono raccolte e analizzate informazioni statistiche sul numero degli utenti e sulle visite al Sito;
- social widgets e plugin: alcuni widgets e plugin messi a disposizione dai social network possono utilizzare propri cookies per facilitare l’interazione con il sito di riferimento;
- cookie di profilazione, che sono utilizzati per raccogliere informazioni sulle preferenze e abitudini espresse dall’utente durante la propria navigazione e quindi rendere le inserzioni pubblicitarie fornite dalle terze parti più coinvolgenti e mirate.

Di seguito sono elencati i cookie di terze parti installati sul Sito. Per ciascuno di essi è riportato il link alla relativa informativa sul trattamento dei dati personali effettuato e sulle modalità per l’eventuale disattivazione dei cookie utilizzati. In merito ai cookie di terze parti, il Titolare ha unicamente l'obbligo di inserire nella presente policy il link al sito della terza parte. È a carico di tale soggetto, invece, l'obbligo dell'informativa e dell'indicazione delle modalità per l'eventuale consenso e/o disattivazione dei cookie.
- Google Analytics: Informativa | Opt Out

I cookie possono essere disabilitati dall’utente modificando le impostazioni del browser sulla base delle istruzioni rese disponibili dai relativi fornitori ai link elencati di seguito.

- Internet Explorer
- Mozilla Firefox
- Google Chrome
- Apple Safari
- Opera

Chiudi