14.04.2025
Dal modello italiano un’opportunità concreta per agricoltori e comunità nel cuore del Libano.
L’inaugurazione del mercato contadino a Tripoli, in Libano, prevista sabato 12 Aprile 2025, rappresenta molto più di un nuovo spazio di vendita diretta: è un gesto concreto di solidarietà, cooperazione e visione condivisa per un futuro in cui l’agricoltura locale diventa leva di sviluppo e resilienza. In un contesto segnato da profonde difficoltà geopolitiche ed economiche, questo progetto – realizzato con il contributo della Fondazione Campagna Amica e del progetto MAMi (Mediterranean and African Markets Initiative) – segna un passo importante verso una nuova idea di agricoltura capace di mettere al centro le comunità, la terra e la dignità dei produttori.
Ne abbiamo parlato con Carmelo Troccoli, Direttore Generale Fondazione Campagna Amica e World Farmers Markets Coalition.
L’inaugurazione di questo mercato a Tripoli è un passo molto significativo. Cosa significa per te e per la Fondazione Campagna Amica vedere un progetto come questo prendere vita in un contesto così difficile?
Siamo molto orgogliosi di condividere la nostra esperienza e le nostre conoscenze con altri amici nel mondo. In Italia, con Campagna Amica, abbiamo costruito un vero e proprio sistema del cibo locale. Riteniamo sia nostro dovere aiutare altri Paesi a costruire il proprio, per restituire dignità agli agricoltori e offrire cibo sano ai consumatori.
Come i mercati contadini, come questo, possano diventare strumenti di resistenza e di rinascita in un contesto geopolitico così complesso?
Il mercato dei nostri amici libanesi a Beirut non ha mai smesso di operare, nemmeno nei momenti più difficili della guerra. È stato un punto di riferimento per l’intera comunità, un momento fondamentale di normalità. Con il mercato di Tripoli, in Libano, allarghiamo la rete per sostenere lo sviluppo economico locale e dare forza alla speranza di chi vuole continuare a coltivare la propria terra e prendersi cura della propria gente. I mercati contadini rappresentano un ponte verso un futuro basato su principi alternativi rispetto a quelli che finora hanno dominato, e che hanno messo in crisi l’intero sistema alimentare.
Quali sono i principali obiettivi a lungo termine di MAMi, e come pensi che Tripoli possa servire da modello per altre città del Mediterraneo e dell’Africa?
Vogliamo allargare il campo d’azione di MAMi in due direzioni: da un lato, portare il nostro modello in altri Paesi, in Africa e oltre; dall’altro, estendere la condivisione della nostra esperienza a tutta l’agricoltura multifunzionale, promuovendo la vendita diretta, il binomio cibo-turismo e l’agricoltura sociale. Coldiretti è leader indiscussa di questo modello, che può aiutare anche altre agricolture nel mondo a cambiare il proprio destino.
L’apertura del mercato contadino a Tripoli è il risultato di un lavoro unificato che unisce visione strategica, adattamento culturale e grande attenzione operativa. Accanto all’impegno della Fondazione Campagna Amica a livello internazionale, sono stati fondamentali il contributo e l’esperienza di chi, ogni giorno, lavora sul campo per portare il modello dei farmers market in nuovi contesti.
Ne abbiamo parlato con Giuseppe Stocchi, coordinatore di Campagna Amica Lazio, che ha seguito direttamente la realizzazione del mercato in Libano, e con Pietro Hausmann, esperto nazionale dei mercati di Campagna Amica.
Giuseppe Stocchi, come coordinatore di Campagna Amica Lazio, quali sfide hai dovuto affrontare nel portare il modello di Campagna Amica a Tripoli? E come è stata accolta l’iniziativa dai produttori e dalla comunità locale?
La prima impressione a Tripoli è stata molto positiva: ci siamo trovati in un territorio che ha una lunga tradizione di mercati, dove le persone sanno già “fare il mercato”. La sfida è stato quello di portarlo ad essere un vero farmers market con gli agricoltori.
A Tripoli, la vera sfida è stata integrare il modello commerciale locale con i valori e gli standard di Campagna Amica. Il nostro obiettivo è stato quello di elevare la qualità dell’offerta e valorizzare il ruolo degli agricoltori, introducendo elementi fondamentali come l’esposizione ordinata dei prodotti, l’eliminazione delle pratiche scorrette (come tenere il cibo a terra), e l’uso di strumenti di trasparenza e tracciabilità: cartellini con i prezzi, indicazione del nome del produttore e della zona di provenienza. In questo modo, si restituisce valore a ogni prodotto e a chi lo produce.
Il riscontro da parte della comunità locale è stato molto positivo. Abbiamo riscontrato la presenza di un pubblico disposto a pagare un po’ di più per acquistare prodotti di qualità, e questo ha motivato fortemente i produttori. Chi ha già avuto esperienze nei mercati di Beirut, con un primo approccio alla vendita diretta, ha potuto constatare che, grazie a questo modello, riesce a vendere a un prezzo più alto rispetto a quello praticato in azienda.
L’agricoltura in Libano è complessa, perché il territorio è estremamente variegato: si passa in poco spazio dal mare alla collina e alla montagna. Le aziende sono per lo più di piccole dimensioni, spesso a conduzione familiare. I mercati rappresentano quindi una vera opportunità economica per i produttori, e allo stesso tempo un’alternativa concreta per i cittadini, che possono accedere a prodotti freschi e genuini direttamente in città.
Pietro Hausmann, in qualità di esperto nazionale dei mercati di Campagna Amica, quali sono le principali strategie e risorse che hai adottato per supportare l’apertura del mercato di Tripoli?
L’approccio adottato per il mercato di Tripoli è in linea con le strategie già sperimentate nei mercati internazionali, da Alessandria d’Egitto a Nairobi, e che stiamo applicando anche per le nuove aperture. Il primo passo fondamentale è la selezione dei produttori: è essenziale che ci sia una varietà di categorie merceologiche, evitando sovrapposizioni, così da offrire una gamma completa e coerente di prodotti locali. I produttori vengono selezionati tenendo conto della vicinanza geografica al mercato e sono chiamati a firmare un regolamento che definisce standard precisi in termini di allestimento, igiene, orari di apertura e chiusura, e comportamento da mantenere durante la vendita.
Ogni produttore è inoltre tenuto a fornire in anticipo la lista dettagliata dei prodotti che porterà, per permettere un’organizzazione efficiente e una disposizione strategica dei banchi. In fase di avvio, interveniamo direttamente per supervisionare il posizionamento degli stand, assicurandoci di non collocare prodotti simili uno accanto all’altro, così da garantire una maggiore diversificazione dell’offerta.
Un altro aspetto fondamentale riguarda le infrastrutture: tutti gli stand devono essere dotati di energia elettrica per il funzionamento di bilance e altri strumenti, così come di frigoriferi per garantire la corretta conservazione dei prodotti freschi e il mantenimento della catena del freddo, soprattutto per carni e latticini. Ogni banco deve avere una tovaglia con i loghi ufficiali, e l’intera area deve essere allestita con un infopoint ben visibile all’ingresso e sottoposta a una pulizia accurata, interna ed esterna, prima dell’apertura.
Per rafforzare l’identità del mercato, forniamo tutto il materiale di branding necessario: cartellini dei prezzi, targhette con i nomi dei produttori, grembiuli, cappellini, buste biodegradabili. In aggiunta, organizziamo attività promozionali per coinvolgere il pubblico, come laboratori per bambini o degustazioni. In Libano, ad esempio, proporremo uno street food con assaggi di prodotti locali. Durante l’inaugurazione, è importante coinvolgere autorità, chef, ristoratori e rappresentanti delle istituzioni.
Infine, curiamo anche gli aspetti più esperienziali: musica, speaker e una comunicazione visiva uniforme per rendere il mercato riconoscibile e attrattivo. In tutti i nostri mercati promuoviamo l’uso di materiali sostenibili, eliminando la plastica e privilegiando carta e bioplastiche come il Mater-Bi.