15.02.2018
Per 7 su 10 sono poco salutari mentre l’81% non mangerebbe mai carne e latte proveniente da animali clonati o modificati geneticamente
Quasi 7 cittadini su 10 (69 per cento) considerano gli alimenti con organismi geneticamente modificati (Ogm) meno salutari di quelli tradizionali mentre l’81% non mangerebbe mai carne e latte proveniente da animali clonati o modificati geneticamente. È quanto emerge da un’indagine Coldiretti/Ixè diffusa in occasione della pubblicazione sui rischi per la salute del mais Ogm. Mentre continua il dibattito scientifico, i pareri dei cittadini restano fortemente diffidenti agli organismi geneticamente modificati nel piatto in Italia e anche in Europa. Lo dimostra il fatto che sono rimasti solo due Paesi a seminare Ogm nel Vecchio Continente dove si registra un ulteriore calo della superficie coltivata del 4,3% secondo l’analisi Infogm. La superficie europea coltivata a transgenico nel 2017 risulta, infatti, pari ad appena 130.571 ettari rispetto ai 136.338 dell’anno precedente, con le colture biotech che sopravvivono nell’Unione Europea solo in Spagna e Portogallo, dove tuttavia si registra una riduzione delle semine del mais MON810, l’unico coltivato. Anche Repubblica Ceca e Slovacchia hanno infatti abbandonato la coltivazione e si sono aggiunte alla lunga lista di Paesi «Ogm free» dell’Unione Europea. Le scelte degli agricoltori europei sono la dimostrazione concreta della mancanza di convenienza nella coltivazione Ogm nonostante le proprietà miracolistiche propagandate dalle multinazionali che ne detengono i diritti. “Per l’Italia gli organismi geneticamente modificati in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del made in Italy” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.