21.03.2021
Secondo i dati della FAO, il 31% della superficie delle terre emerse del nostro pianeta è attualmente coperto da ecosistemi forestali
Secondo i dati della FAO, il 31% della superficie delle terre emerse del nostro pianeta è attualmente coperto da ecosistemi forestali. Le foreste nel mondo sono distribuite in modo non uniforme: poco meno della metà nelle zone tropicali, circa un terzo nelle zone boreali e una piccola parte nelle zone temperate e subtropicali.
Ma la salute delle nostre foreste non è buona se pensiamo ad esempio ai gravi incendi che si sono verificati negli ultimi anni in Australia, e prima ancora in Siberia, Alaska, Groenlandia, Angola e Congo. ll 2020 è stato un altro anno nero: gli incendi hanno devastato 8.500 chilometri quadrati di foreste! Nel solo mese di dicembre 2020 sono stati distrutti 216 kmq di foresta amazzonica, un’area del 14% superiore rispetto a quella scomparsa nel dicembre 2019. E se dalle superfici passiamo alle unità si può stimare che ogni anno perdiamo circa 15 miliardi di alberi e oggi in tutto il pianeta il numero complessivo non arriva a 3 mila miliardi. Una cifra che sembra enorme, ma è la metà di quanto avevamo a disposizione solo qualche decennio fa.
I numeri sono impietosi e allarmanti, ma ancora di più lo sono le cause, legate quasi sempre alla mano dell’uomo: la ricerca di nuove aree coltivabili in modo intensivo, lo sfruttamento per fini edilizi o minerari, l’utilizzo del legno come combustibile o come materiale pregiato.
Secondo un rapporto di Greenpeace l’80% della deforestazione globale è provocato dall’agricoltura industriale, in particolare per la coltivazione di soia, olio di palma e cacao: dal 2010 le aree coltivate a soia in Brasile sono cresciute del 45%, la produzione di olio di palma indonesiano del 75% e l’area totale di terreni coperti dalle piantagioni di cacao in Costa d’Avorio dell’80%. Si stima che tra il 2010 e il 2020 almeno 50 milioni di ettari, un’area delle dimensioni della Spagna, sono stati distrutti.
E se pensiamo anche agli incendi, le fiamme non sono altro che il risultato della combinazione di deforestazione, agricoltura intensiva e cambiamenti climatici.
Purtroppo da un’analisi delle mappe satellitari svolto dal Global Forest Watch emerge che nonostante gli sforzi dei governi del mondo, gli annunci, gli impegni delle associazioni ambientaliste, il tasso di deforestazione permanente nel mondo è rimasto inalterato dal 2001 fino ad ora.
Le conseguenze di questa situazione cominciano a essere sempre più evidenti: non più qualcosa che riguarda luoghi lontani da noi ma, in un’ottica necessariamente globale, qualcosa che tocca direttamente la nostra vita quotidiana. I cambiamenti di uso del suolo, l’intensificazione degli allevamenti intensivi, la perdita della biodiversità sono tutti fattori che intensificano i rapporti tra uomo, fauna domestica e fauna selvatica. Inoltre, la cattiva qualità ambientale, l’inquinamento dell’aria, l’eccessiva densità di popolazione nelle aree urbane sono fattori che ci rendono ancora più vulnerabili.
Oggi più che mai è arrivato il momento di iniziare una riflessione seria sulle conseguenze che gli interventi dell’uomo hanno sull’ambiente e sulla nostra salute. Dobbiamo cambiare direzione e dobbiamo farlo in fretta.