11.01.2022
Dopo un 2021 bollente con una temperatura superiore di ben 0,75 gradi rispetto alla media storica, nel nostro Paese è arrivato il maltempo
L’Italia si ritrova con la neve e il gelo dopo un 2021 bollente che ha fatto segnare una temperatura superiore di ben 0,75 gradi rispetto alla media storica. È quanto emerge da un’analisi Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr relativi all’anno appena trascorso che a livello globale è stato il quinto più caldo mai registrato secondo il rapporto del servizio Copernicus dell’Unione Europea sui cambiamenti climatici.
Il clima pazzo del 2021 ha tagliato i raccolti nazionali con crolli che vanno dal 25% per il riso al 10 % per il grano, dal 15% per la frutta al 9% per il vino ma anche l’addio ad un vasetto di miele Made in Italy su quattro, secondo l’analisi della Coldiretti. Il risultato è un conto dei danni nelle campagne stimato dalla Coldiretti in oltre 2 miliardi.
La tendenza al surriscaldamento è ormai strutturale anche in Italia dove la classifica degli anni più caldi dal 1800 si concentra nell’ultimo periodo e comprende nell’ordine anche il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2003. Gli effetti si sono già fatti sentire con il divampare degli incendi e una drastica riduzione dei ghiacciai. A preoccupare è anche l’innalzamento dei livelli del mare che secondo lo studio dell’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) farà crescere il livello del Mediterraneo di 20 centimetri entro il 2050 con punte di 82 centimetri nella zona della laguna di Venezia, con effetti devastanti per la città.
Siamo di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici con l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal maltempo al sole. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.
ALLARME AL SUD PER VERDURE E ORTAGGI. Dopo le temperature primaverili fuori della norma che hanno accompagnato le festività natalizie e di fine anno, nel Sud Italia è arrivato un forte e repentino abbassamento della colonnina di mercurio, accompagnato dalla neve e da gelate mattutine che mettono a rischio verdure e ortaggi coltivati in pieno campo.
L’arrivo del grande freddo colpisce le coltivazioni invernali in campo come cavoli, verze, cicorie, e broccoli. Questi ultimi reggono anche temperature di qualche grado sotto lo zero ma se la colonnina di mercurio scende repentinamente o se le gelate sono troppo lunghe si verificano danni. A preoccupare è anche il balzo dei costi per il riscaldamento delle serre per la coltivazione di ortaggi e fiori che risente dell’impennata dei prezzi dei beni energetici.
L’aumento record dei costi energetici, infatti, spegne le serre e mette a rischio il futuro di alcune delle produzioni più tipiche del florovivaismo come tra gli altri il ciclamino, il lilium o il ranuncolo, con il caro bollette che ha un doppio effetto negativo perché riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma aumenta anche i costi delle imprese particolarmente rilevanti per l’agroalimentare con l’arrivo del freddo e dell’inverno.
Il costo dell’energia si riflette infatti in tutta la filiera agroalimentare e riguarda sia le attività agricole ma anche la trasformazione, la distribuzione e i trasporti. Non mancano disagi per la viabilità nelle aree rurali dove sono stati mobilitati i trattori degli agricoltori della Coldiretti per intervenire nella pulizia delle strade come spalaneve e per la distribuzione del sale contro il gelo. I mezzi agricoli sono necessari per consentire la circolazione anche nelle aree più interne e difficili. La possibilità di utilizzare anche i trattori messi a disposizione dagli imprenditori delle campagne garantisce la viabilità e scongiura il rischio di isolamento delle abitazioni soprattutto nelle aree più impervie interne e montane, grazie alla maggiore tempestività di intervento.
Un’attività importante soprattutto per garantire gli approvvigionamenti alimentari agli animali nelle stalle e per consegnare il latte raccolto quotidianamente in una situazione in cui l’improvviso cambiamento delle condizioni climatiche crea difficoltà soprattutto alle aziende situate nelle aree rurali.