20.02.2023
Dalla cicerchiata agli aciuleddi, dalla pignolata alle bugie fino ad arrivare a frappe e castagnole conosciute in tutta Italia
Oltre due famiglie su tre (68%) non rinunciano alle squisitezze del carnevale, dividendosi quasi equamente tra quanti li acquisteranno in forni e pasticcerie (33%) e quanti ricorreranno invece al fai da te casalingo (35%) per risparmiare qualcosa ma anche per recuperare le ricette della tradizione regionale secondo l’indagine on line della Coldiretti. È quanto emerge dall’indagine on line Coldiretti alla vigilia del “martedì grasso” 2023.
L’inflazione pesa sulle tavole del Carnevale con gli ultimi dati di gennaio 2023 che vedono aumenti del 21% dei prezzi di farina e uova rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma il burro sale del 35% e lo zucchero addirittura del 54%, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat. Il risultato è che gli italiani secondo la Coldiretti spenderanno quest’anno circa 200 milioni di euro per assicurarsi struffoli, frappe e arancini, per un totale di oltre 12 milioni di chili di dolci.
Si va dagli zuccherini in Toscana alla cicerchiata in Abruzzo, ma anche aciuleddi in Sardegna, crema fritta in Veneto, sfrappole in Emilia Romagna, bugie in Liguria, taralli in Basilicata, sanguinaccio in Campania, crostoli in Friuli, frappe e cecamariti nel Lazio, pignolata in bianco e nero in Sicilia e grostoli in Trentino, tortelli in Lombardia o scroccafusi nelle Marche sono solo alcune delle specialità gastronomiche censite a livello regionale che gli italiani riscoprono nei giorni di carnevale.
Con i prezzi che oscillano tra i 20 ai 40 euro al chilo per l’acquisto al forno o in pasticceria non manca dunque chi si dedica alla preparazione casalinga per risparmiare ma anche per il piacere di esprimere la propria creatività personale nella realizzazione di dolci da offrire in famiglia o a parenti e amici. Partendo da ricette regionali che utilizzano ingredienti semplici come farina, zucchero, burro, miele e uova è possibile fare una ottima figura spendendo meno di dieci euro al chilo con la scelta della migliore qualità e compresi i consumi energetici per la cottura.
La preparazione casalinga offre anche la possibilità di assicurarsi la qualità e la freschezza degli ingredienti, che fanno la differenza sul risultato finale, a partire dalle uova e dal miele che possono essere acquistati anche nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica. I dolci casalinghi sono preferiti dai bambini che stanno riscoprendo l’orgoglio di mostrare a scuola o nelle feste private l’abilità in cucina delle proprie mamme. Il fatto che una porzione di 50 grammi di frappe contenga 235 chilocalorie significa che un consumo moderato non ha effetti drammatici sulla dieta e sulla salute anche perché la privazione in un momento di festa, soprattutto per i più piccoli può avere effetti negativi sull’umore.
Il Carnevale prende le mosse dalla tradizione della campagna, dove segnava il passaggio tra la stagione invernale e quella primaverile e l’inizio della semina nei campi che doveva essere festeggiata con dovizia. I banchetti carnevaleschi sono molto ricchi di portate perché, una volta in questo periodo si usava consumare tutti i prodotti della terra, non conservabili, in vista del digiuno quaresimale.
MAPPA COLDIRETTI DEI DOLCI TIPICI DI CARNEVALE PER REGIONE
ABRUZZO: cicerchiata, gnocchetti grandi come ceci, fritti, guarniti con zucchero caramellato e miele e decorati con i canditi e confettini
BASILICATA: pastarelle, chiacchiere, nastri di pasta dolce fritti e spolverati di zucchero a velo torta da sanguinaccio, taralli aviglianesi e zucchero caramellato
CALABRIA: nacatuli, dolci di pasta dalla forma intrecciata, pignolata, piccole sfere di pasta dolce, fritte in olio di oliva e unite tra di loro dal miele e chiacchiere
CAMPANIA: struffoli, palline fritte con zucchero, miele e confettini colorati, zeppole, migliaccio e sanguinaccio, crostata con sangue di maiale e cioccolato
EMILIA ROMAGNA: sfrappole e tortelloni ripieni
FRIULI-VENEZIA GIULIA: crostoli, frittelle e castagnole
LAZIO: frappe fritte o al forno e castagnole gustose e morbide palline di pasta fritta riempite di ricotta o crema pasticciera; cecamariti
LIGURIA: bugie nastri di pasta dolce fritti e spolverati di zucchero a velo
LOMBARDIA: tortelli, dolci fritti cosparsi di zucchero e cannella o farciti con crema o con uvetta
MARCHE: arancini e scroccafusi, palline di pasta con cannella e scorza di limone prima lessate in acqua bollente e poi fritte, spolverate di zucchero e bagnate con alchermes
MOLISE: tortelli di carnevale, scorpelle, dolcetti ricoperti di miele e struffoli;
PIEMONTE: friciò, gale, bugie, rombi o nastri fritti
PUGLIA: chiacchiere e frittelle
SARDEGNA: aciuleddi, dolcetti a forma di treccia, brugnolus, a base di farina, uova e purea di patate, fritti e avvolti nello zucchero e orillettas, listarelle di pasta intrecciate, fritte e ricoperte di miele
SICILIA: pignolata dolce metà bianco e metà nero composto da pezzettini di pasta fritti e ricoperti da glassa al limone o cioccolata e ravioli fritti con crema o ricotta
TOSCANA: zuccherini, berlingozzi, ciambelle e cenci, nastri di sfoglia fritti
TRENTINO A.A: grostoli, nastri di pasta dolce fritti e spolverati di zucchero a velo
UMBRIA: strufoli, frappe, brighelle e strufoli, dolci fritti e bagnati con alchermes
VALLE D’AOSTA: bugie, tortelli con uva sultanina ammorbidita nel rum e ricoperti di zucchero e panzerotti alla marmellata, flantze
VENETO: galani, strisce quadrate o rettangolari fritte, frittelle e castagnole, bocconcini fritti, crema fritta alla veneziana
Fonte: Elaborazioni Coldiretti